Militello in Val di Catania

Posto sugli ultimi contrafforti dei monti Iblei, ad una altitudine di 413 metri sul livello del mare, Militello è uno dei 15 comuni del comprensorio del Calatino-Sud Simeto, la parte occidentale della provincia di Catania.
I collegamenti con il capoluogo, da cui Militello dista 48 km, sono garantiti dalla S.S. n.385 e dalla ferrovia Catania-Caltagirone-Gela.

Paese a preminente economia agricola, ha riscoperto negli ultimi anni una vocazione turistica basata sulla valorizzazione dell’immenso patrimonio monumentale ed artistico di matrice medievale e barocca che, adeguatamente supportata da manifestazioni e pubblicazioni di altissimo livello qualitativo, ha contribuito a far conoscere ed apprezzare Militello fuori dai confini locali.

Le origini di Militello in Val di Catania non sono basate su fonti documentabili, ma non mancano evidenti testimonianze di civiltà neolitica, sicula e greca. Secondo una tradizione, riferita essenzialmente dallo storico Pietro Carrera, la sua fondazione sarebbe da riferirsi alla presenza dei legionari romani del Console Marcello impegnati nell’assedio di Siracusa (214 a.C.), attratti dalla salubrità dell’aria e dalla amenità dei luoghi, circostanza che spiegherebbe l’origine del toponimo della città come Militum Tellus (terra di soldati).

Tale ipotesi fu ripresa nelle “Cronache” di Filippo Caruso ove è riportata anche un’altra versione, che fa risalire le origini di Militello ad esuli micenei , emigrati dalla loro città dopo la distruzione provocata dai dori nel 563 a.C. L’ ipotesi di un antico insediamento greco è stata sostenuta anche nel Settecento e nell’Ottocento quando insigni storici ricercavano in questi luoghi i segni tangibili di antichissime città sicule, quali Erice, Trinakia e Neai. In realtà sembra che il primo nucleo urbano sia sorto in età bizantina, nella valle del fiume Lèmbasi, a sud dell’attuale abitato, e che questo si sia poi esteso e consolidato durante la dominazione araba.

Una ricostruzione storicamente attendibile della città inizia con l’avvento normanno, quando Militellum viene concessa alternativamente ai vari signori che ne assumono il diretto dominio. Ma sono essenzialmente due le famiglie che hanno caratterizzato la storia di Militello: i Barresi e i Branciforte.Con tali famiglie Militello raggiungerà una fioritura artistica e politica che avrà il suo culmine nella prima metà del seicento, grazie all’illuminato governo del Principe Francesco Branciforte.

Militello è ricco di chiese e palazzi, soprattutto di matrice barocca, che ne fanno uno dei più importanti centri dell’ ex Val di Noto. In Piazza Municipio spicca l’ex Abazia di S. Benedetto (fondata nei primi anni del XVII secolo con l’identico modello tipologico del grandioso monastero di San Nicolò l’Arena di Catania). Nella stessa piazza si può ammirare il settecentesco palazzo Baldanza-Denaro. Nella Via Umberto I la Chiesa Madre S.Nicolò – SS.Salvatore (XVIII secolo).
Sempre nella stessa via (ad angolo con la Piazza Vittorio Emanuele) sorge il palazzo Liggieri (ex Reforgiato). Nella citata piazza si può vedere un’edicola con la cinquecentesca statua dellaMadonna della Catena, che rimanda alla seicentesca chiesa omonima situata nei pressi. Quest’ultima si caratterizza per l’elegante facciata e la fastosa aula interna le cui pareti sono decorate con una teoria di sante vergini in un tripudio di sculture barocche.
Proseguendo sempre sulla Via Umberto I si può notare la Chiesa del SS.Sacramento al Circolo, con l’ampio prospetto concavo della metà del Settecento, e nella vicina Via Giambattista Baldanza, i settecenteschi palazzi Niceforo (con “pilastri a telamone nel portale”) e Baldanza (ex Caruso della Sanzà).
Alla fine della Via Umberto I si arriva al Largo S.Maria della Stella, sul quale si affaccia la chiesa omonima (XVIII secolo).

Di fronte alla chiesa si erge il palazzo Majorana della Nicchiara (o “dei Leoni”), dagli “ampi cantonali bugnati”, che domina il tratto iniziale della Via Porta della Terra. Sulla stessa strada, poco più avanti, la Chiesa di S.Sebastiano (1704). Nel vicino quartiere di S.Giovanni si trovano il palazzo Iatrini, la Chiesa di S.Giovanni Battista e la Chiesa dei SS.Angeli Custodi (con bellissimo pavimento in ceramica del 1785). Ritornando sulla Via Porta della Terra e percorrendola per intero, dopo avere attraversato un arco sormontato da una torre, si entra nell’atrio del Castello Barresi-Branciforte, nel quale predomina la secentesca fontana della Ninfa Zizza.
Poco più oltre la Via Purgatorio porta alla chiesa omonima del 1699. Abbandonata l’area del castello, risalendo verso le zone nord-orientali dell’abitato, si incontra il palazzo Tineo e, dopo avere disceso una ripida scalinata, l’antica Chiesa di S. Maria la Vetere, con il portale del 1506 attribuito ad Antonello Gagini. Sempre proseguendo verso settentrione si incontrano i palazzi Reburdone e Rejna e, in fondo alla Via Pietro Carrera, la Chiesa di S.Antonio di Padova (o “S.Antonino”) con lo “straordinario campanile del 1719” e la cinquecentesca cappella quadrangolare del Santo Sepolcro che “costituisce un unicum nel panorama architettonico siciliano di quel tempo”.
Ancora più oltre si trovano la Chiesa dell’ Immacolata e il complesso dei Cappuccini, con l’annessa Basilica di S.Maria degli Angeli (che contiene un dipinto di Filippo Paladini raffigurante la Madonna degli Angeli). Altre chiese cittadine sono quelle di S.Francesco di Paola, del Calvario (con il portico progettato da Francesco Battaglia nel 1762, sotto il quale si rappresenta la Passione di Gesù Cristo nel giorno del Venerdì Santo), di S.Agata, di S.Domenico, di S.Maria dello Spasimo e di S.Leonardo.
A queste si devono aggiungere alcune chiese di campagna come la Chiesa di S.Maria della Grazia, la Chiesa di S.Croce (con “una crociera con costoloni” che si fa risalire alla prima metà del Quattrocento) e la Chiesa del SS.Crocifisso al Franco. Alla lista delle chiese e dei palazzi più importanti si devono aggiungere infine i molteplici edifici caratterizzati da decorazioni barocche nelle mensole e nei timpani dei balconi, nelle facciate e nei portoni, che rendono Militello una vera miniera per gli studiosi dell’arte.

Fonte: Comune di Militello in Val di Catania